Microfestival

Riscopriamo le nostre terre perdute

Edizione 2024

La quarta edizione è in progettazione – a presto maggiori informazioni
e i programmi dettagliati

Un'altra narrazione

Riabitare le aree interne e ripopolare le “terre perdute” è stato il mantra della più grande occasione mancata degli ultimi anni: tra un isolamento e il successivo molti studiosi hanno postulato come necessario e inevitabile il tornare alla campagna, alla montagna, alle periferie geografiche e non solo per restituire un futuro all’Italia e garantirle quello sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale, economico e sociale che crisi climatica e pandemia stavano minando. 

A un anno di distanza dalle ultime prime pagine dedicate al Covid, mentre di transizione ecologica si parla sempre meno, ammesso che questa abbia mai avuto un reale significato e una reale percorribilità, che cosa rimane dei “nuovi montanari”, dei “restanti” e dei “ritornanti”, dei “ragazzi che riprendono la terra dei nonni”?

Poco. Esperienze locali, a macchia di leopardo, spesso deboli e lasciate all’iniziativa di singoli individui e di sporadiche amministrazioni. Una mappa piena di vuoti, dove i servizi continuano a mancare e calano anzi anno dopo anno nonostante la retorica, e dove produrre un reddito è sempre più difficile e demotivante. Anche parlare di turismo nelle aree interne, a lungo proposto come freno al loro spopolamento, sta in molti casi mostrando la sua incapacità di distribuire equamente ricchezza, concentrandola secondo le scelte di algoritmi eterodiretti e di capitali basati altrove, con effetti collaterali spesso pesanti e ancora una volta escludenti.

La narrazione è fin troppo velocemente cambiata. Servono nuove analisi e nuovi modelli di sviluppo, di tutela del territorio, di cura di chi lo abita. 

È necessario ridare voce a chi vive le aree interne. 

Emiliano Negrini
Direttore creativo del microfestival “Riscopriamo le nostre terre perdute”

Ogni tappa del microfestival si caratterizza per tre giorni di fotografia, talk, passeggiate con l’autore, laboratori e proiezioni di documentari alla scoperta di luoghi dimenticati e nuove prospettive di vita nell’Italia dimenticata

Un nuovo movimento
La vita nelle città è sempre più messa in discussione da ampie fasce della popolazione. L’inquinamento crescente, il cambiamento climatico, i ritmi frenetici, il costo della vita elevato, il desiderio di una vita e di un’alimentazione più sane e legate a natura e tradizioni hanno posto le basi per un movimento di ritorno a territori periferici e extraurbani.

Un possibile ripopolamento

Le terre alpine e appenniniche, trascurate dal turismo di massa, possono offrire modelli e stili di vita alternativi a quelli urbani. Molti studiosi stanno da tempo documentando un lento ripopolamento di terre abbandonate per decenni. A questo si accompagna in molti casi il recupero di tradizioni, attività, produzioni, culture e ritmi di vita diversi rispetto a quelli delle città.

Ciò che ancora manca

Perché questo fenomeno possa consolidarsi e diventare un percorso attuabile per molti c’é bisogno di servizi sul territorio, di sostegno e possibilità di reddito e di opportunità di sviluppo, di tutele e attenzioni da parte delle amministrazioni ma anche di nuove narrazioni, sincere e coinvolgenti, per tornare a pensare ciò che per troppi anni è stato semplicemente impensabile: riscoprire le nostre terre perdute.

Un nuovo linguaggio per raccontare le terre perdute e le aree interne

Reportage fotografici dalle aree interne d’Italia esposti nelle vie e nelle piazze dei paesi che ospitano il microfestival, per raccontare per storie e immagini i futuri possibili delle nostre terre perdute. Un racconto di futuri possibili per le aree interne italiane, documentando ciò che spesso non attira gli sguardi e non muove riflessioni: territori vicini e lontani, popolati e abbandonati; aree industriali e aree bonificate; città trasformate dal turismo e aree montane che si costruiscono nuove identità; produttori locali che resistono e produttori che innovano; persone, animali, luoghi. Speranze e delusioni.
Un racconto per immagini fatto di narrazioni complesse, critiche, a volte fastidiose e che mostrano ciò che in alcuni luoghi già è e ciò che anche altrove potrebbe presto essere. Esiste un futuro per le nostre terre perdute? E se esiste, quale potrebbe essere?

Il microfestival è realizzato da:

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L’associazione culturale Terreoltre promuove attività culturali su tutto il territorio italiano per la valorizzazione, la riscoperta e per favorire una nuova visione delle aree interne, con particolare attenzione al medium fotografico. Associarsi a Terreoltre costa soltanto 15 € all’anno e consente di sostenere le iniziative del gruppo, rimanendo costantemente informati.

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